NON C'É DRAMMA SENZA DONNA.
LE DONNE ALL’OPERA DEI PUPI
Non c’è dramma senza donna! Diceva un vecchio puparo di tradizione.
Le Fimmini dei poemi cavallereschi sono eroine, guerriere, principesse, dame. Coraggiose, forti, intelligenti e intraprendenti, imprescindibile è la loro presenza nei poemi ma soprattutto dietro le quinte dello spettacolo.
Ammìa vuole mostrarvele nella loro forma e veste originaria, quella dell’antica Opera dei Pupi.
Raccontate e animate magistralmente dal genio della Famiglia Napoli ,storica marionettistica siciliana catanese da generazioni, “Donne, eroine e dame all’Opera dei Pupi” è la mostra che omaggia l’universo femminile raccontandone i personaggi letterari e i ruoli professionali del mestiere.
DONNE EROINE E DAME ALL’OPERA DEI PUPI
Con un programma di mostre itineranti in Sicilia, l’associazione culturale Sikarte ospita questo secondo appuntamento che celebra il centenario della famiglia Napoli scegliendo di celebrare le sue donne, tutte.

La città di Modica fa da cornice alla mostra visitabile presso Palazzo De Leva fino al 22 ottobre 2023.
In collaborazione con il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, vede la direzione artistica di Fiorenzo e Davide Napoli ed è curata da Alessandro Napoli. Grazie a loro abbiamo potuto raccogliere preziose informazioni sul Teatro dei Pupi e meglio conoscere il meraviglioso universo che vi ruota attorno. All'interno della mostra sarà possibile scoprire esemplari antichi della famiglia Marionettistica catanese qui visibili in alcune immagini.
Il fil rouge è il ruolo della donna nella tradizione catanese dell’Opera.

FIGURE A TEATRO
La figura della regina, l’eroina con la spada, la principessa. Ma anche la sua parte attiva nella produzione e messinscena degli spettacoli.
Chi si muove dietro queste meraviglie?Troviamo le Parlatrici, coloro che danno voce e anima ai pupi e le Costumiste nella cura e realizzazione attenta degli abiti della tradizione nella messa in scena, dei fondali, delle quinte.

MARIONETTISTICA FRATELLI NAPOLI. STORIE DI GENERAZIONI
Fondata nel 1921 da don Gaetano Napoli all’interno del “Teatro Etna”a Catania, la compagnia rappresentò da subito un bene culturale prezioso e di interesse storico e antropologico.La mostra vuole infatti promuovere il grande patrimonio dell’Opera dei Pupi introducendo lo spettatore a più argomenti...
La creazione del pupo nella “bottega del puparo”, i cartelli, ovvero i manifesti pubblicitari dipinti a mano, le tematiche del repertorio dell’Opera e soprattutto la figura della donna, inteso sia come personaggio spettacolare che come professionista.

All’interno della mostra sono esposti i pupi storici della marionettistica dei fratelli Napoli risalenti alla fine dell‘ottocento e al primo ventennio del 1900, con un’altezza di circa 1,30 cm. Successivamente vennero costruiti in formato più piccolo, circa 80 cm, concedendo maggiore spazio al luogo dello spettacolo.
Furono realizzati da Natale e Pippo Napoli ed i costumi, Robbi in dialetto siciliano, sono la loro specificità.
I “Robbi”sono un elemento di grande attenzione. I più importanti come i mantelli dei “Pupi di Primo filo”, cioè i paladini, furono dipinti a mano da Francesca e Natale Napoli.
ANATOMIA DEL PUPO
I pupi si distinguono in due tipologie, con armatura di metallo e rrobbi. Il pupo di tradizione catanese è costituito di uno scheletro di legno poi imbottito e sagomato con la paglia nei polpacci e nel busto, infine coperto di tela iuta e vestito, aggiungendo parrucche e dipingendo i tratti del volto.
Quello del marionettista è probabilmente l’ultimo vero “Misteri” rimasto integro e completo (inteso come l’insieme di tutte le conoscenze e attrezzature teatrali, dai pupi alle quinte, ai costumi).

LE FIMMINI DELL’OPERA
Nell’opera dei pupi la figura della donna c’è sempre stata.
Inizialmente curava la parte amministrativa e burocratica, poi anche quella creativa e performante. Collaboravano nella realizzazione dei costumi mai in posizione di subordinazione, ma sempre paritaria.

I personaggi femminili ricorrenti nelle storie sono le “eroine armate di spada come Bradamante e Gemma della fiamma e le “dame”, Alda la bella, Clarice, Angelica. Le donne sono facitrici dell’Opera dei Pupi e per questo celebrate.
IDENTIFICARSI NEI PERSONAGGI.
Le fimmini Ammìa permettono da sempre di identificarsi in loro e di scegliere chi indossare in base a come ci si sente. Lasciandosi ispirare ed empatizzando stati d’animo e caratteri di quel personaggio, è possibile farsi accompagnare durante la giornata da un accessorio che con la sua personalità ne trasmetta virtù e peculiarità.
Stessa empatia si riscontra nel teatro dei Pupi dove anche le/i Parlanti hanno delle preferenze e si rispecchiano in qualcuno di loro.
ITALIA CHIESA NAPOLI. LA VOCE E IL CUORE
Italia Chiesa Napoli, compagna di vita e d’arte di Natale Napoli, ha contribuito saldamente a traghettare l’opera fino ai giorni nostri. Con il suo inconfondibile timbro vocale è stata brillante interprete dei personaggi femminili delle storie. Scomparsa nel 2018, rappresenta uno dei pilastri della famiglia "dell’Opira" contribuendo a crearne solide basi.

Da Parlatrice quale era amava paragonarsi a Bradamante perchè combattiva e per la tenacia del suo amore per Ruggero dell’Aquila bianca. La paladina affrontava tante peripezie per riunirsi allo sposo, impavida e appassionata. Si identificava anche in Alda la bella, (detta la colomba di Parigi) moglie devota di Orlando rappresentata con un elegante abito bianco che continuò a indossare per tutta la storia cavalleresca, in attesa del ritorno del suo sposo.
LE FIMMINI AMMÍA
BRADAMANTE. LA TIGRE DI MONTALBANO
Bradamante era soprannominata la Tigre di Montalbano per il suo ardore e coraggio guerriero. Intrepida fu pari in valore al fratello e al cugino, tanto che Carlo Magno la considerava in mezzo tra Orlando e Rinaldo, e non al loro seguito. La pupa non rinuncia nel suo essere guerriera a note di femminilità e fascino, indossando infatti una corazza con la sbalzatura che mostra seno e ombelico, la veste che si apre in uno spacco laterale e una lunga chioma lucente.
ANGELICA. LA BELLA DONNA DEL CATAI REGINA
Angelica per Boiardo e Ariosto era “La bella donna del Catai regina”. Di origini orientali era rappresentata corvina, talvolta capricciosa faceva del suo fascino strumento di inganno. È l’esempio di donna che utilizza la bellezza come arma di seduzione per ottenere ciò che vuole e sempre vi riesce.
Come diceva lo scrittore Gesualdo Bufalino “il Teatro dei Pupi è l’inesauribile vita”. Essi custodiscono un tesoro prezioso, così come le mani di chi li rende vivi nel tempo raccontandone gesta, amori e fervori. Ignorando gli schemi degli stereotipi femminili raccontano personaggi trasgressivi, moderni e sempre appassionati, dove la donna completa il cerchio arricchendolo con le sue virtù.